Particolarità di piazza San Domenico

Particolarità di piazza San Domenico

 

 

 

 

 

Una piazza non è mai generica e in special modo quelle del centro storico dove sono presenti molti segni identitari ed ereditari della città, i quali hanno bisogno di attenzione affinché possano essere rinnovati e non persi, integrati nella vita che cambia e nella stessa vivibilità della piazza.

Vedere le particolarità di Piazza S. Domenico significa non abbandonarsi ad una cieca e povera genericità, ad un processo di semplificazione standardizzato e uniformatore che non soddisfa né i cittadini di Foligno che quotidianamente si relazionano con questa piazza, né chi viene da fuori e cerca di catturare in un breve momento l’unicità del luogo nel suo viaggio.

Entrambi cercano l’accoglienza che questa piazza può offrire.

La prima particolarità qualitativa è, senza dubbio, la presenza della chiesa di Santa Maria Infraportas, uno dei monumenti più rappresentati in relazione all’immagine ed alla presentazione della città di Foligno.

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Naturalmente è necessaria una maggiore attenzione nel distinguere lo spazio di fronte a questa chiesa importante ed officiante, cioè lo spazio del sagrato da proteggere, quindi preservare un’area di rispetto all’aura del monumento e della sua sacralità, uno spazio più grande di quello attualmente definito dal bordo della piccola gradinata che scende e circoscrive il colonnato del protiro.

Una seconda particolarità, è la presenza della ex chiesa di San Domenico, ora Auditorium, che pur non avendo il sagrato ha comunque la necessità di presentare sulla piazza uno spazio per le comunicazioni su totem e per altre attrezzature comprese quelle per la sicurezza in relazione alle uscite di sicurezza realizzate nel portale gotico. Del resto già l’Arch. Franco Antonelli nella realizzazione dell’auditorium negli anni ottanta, lascia uno spazio intorno e di fronte alla facciata segnato da una pavimentazione con un bordo più alto della piazza.

Una terza particolarità, a fianco dell’auditorium, è la struttura scolastica, ex collegio Sgariglia, e il grande chiostro interno usato episodicamente per eventi più o meno diffusi in città. C’è da ricordare che fino a tre decenni fa, di fronte alla facciata del collegio c’era una fascia di cortina di verde recintata e annessa al collegio. Oggi al suo posto c’è l’asfalto segnato da posti auto a pagamento.

Una quarta particolarità è la presenza, da quasi un secolo, di alberature con aiuole e panchine al centro della piazza. Nei primi anni del ‘900 la piazza era ancora in terra battuta e stabilizzata con pietrisco in tutta la sua superficie ad esclusione del pavimento circoscritto dalle scalette intorno al protiro di Santa Maria Infraportas e di una fascia perimetrale di acciottolato di fronte agli edifici per camminare puliti ed asciutti .

Poi con l’avvento del traffico veicolare su gomma e con la conseguente applicazione dell’asfalto fu organizzata la piazza attuale sul modello di una piazza ottocentesca con al centro alberi aiuole e panchine ma senza monumento o fontana, con il traffico che gira intorno così da sembrare un’aiuola spartitraffico.

Questa aiuola sarebbe stata una alternativa al catrame disteso su tutta la piazza che certamente e naturalmente avrebbe fatto infuriare i cittadini di allora. Il nuovo aspetto della piazza, conseguente alla nuova pavimentazione che progressivamente dovrà essere abbassata fino a raccordarsi con il pavimento del protiro di Santa Maria Infraportas, non può trascurare queste particolarità.Civilmente e culturalmente non è accettabile decidere il futuro di questa grande ed importante piazza sulla base di interviste o quiz sul si o no all’aiuola alberata esistente, è riduttivo e deviante poiché è chiaro che essa è ormai superata, scaduta con lo scadere dell’esaltazione della modernità dell’automobile.

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Al no del quiz non può corrispondere la “tabula rasa” ovvero la piazza attuale diminuita dell’aiuola centrale alberata, risulta più un impoverimento che un arricchimento del senso ivi contenuto che non riesce ad essere giustificato dal senso del ripristino storico antico poiché, oltre a non essere un recupero dell’immagine storica filologica, non considera che la vita in città non è più la stessa, tanto è vero che rischieremo di vedere casuali transenne pubblicitarie, ombrelloni, sedie e tavolinetti contornati da vasi di piante e fiori, ecc. .

Occorre invece, tolta l’aiuola centrale, immaginare la nuova piazza ricomponendo le sue particolarità. Tolti i gradini di fronte al protiro che hanno avuto anche la funzione di protezione della chiesa dal traffico, è necessario disporre una nuova e più grande protezione, almeno corrispondente alla facciata stessa, più gradevole se realizzata con cortine di verde basso per non ostruire l’intera vista del pregevole monumento. Come si vede dagli schemi planimetrici allegati, la cortina di verde basso può essere disposta anche soltanto lateralmente alla facciata ma più avanzata affinché margini efficacemente lo spazio di fronte ad essa.

Il verde alberato in questa grande piazza non è aprioristicamente e per principio, sbagliato. Se ne è avuta l’esigenza nel secolo scorso, e ancora oggi un pubblico che non può definirsi incolto preferisce non ritornare allo stato precedente al ‘900. L’argomento non può essere oggetto di dominio politico e ideologico ma presuppone una onestà intellettuale ed una libertà di pensiero sulle motivazioni che includono o escludono il verde alberato in questa piazza.

Le motivazioni per l’abbattimento degli alberi al centro della piazza si riconoscono nella ostruzione visiva dei monumenti e nella ostruzione dello spazio centrale da lasciare libero per fiere o manifestazioni con grande affluenza di pubblico.

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Ci sono però motivazioni che sostengono la presenza di zone di verde basso e alberato che senza disturbare i monumenti o le attività commerciali e culturali trovano spazio nelle due zone residue ai lati estremi dell’area protetta di Santa Maria Infraportas. Come si vede nelle planimetrie ed immagini allegate, nella zona a sinistra, in linea con la direttrice di Via Santa Caterina, in questo unico angolo cieco della piazza, è possibile realizzare anche delle sedute sotto gli alberi che fronteggiano i due piccoli edifici meno significativi della piazza.

Nella zona simmetricamente a destra, il verde alberato, con sedile a margine, si attesta sulla piazza e prosegue in via S. Maria Infraportas assottigliandosi parallelamente alla facciata dell’ex collegio Sgariglia collegandosi con i percorsi alberati di Viale Marconi e di via S. Maria Infraportas di fronte alla sede dei vigili urbani. Ciò consente alla piazzola rialzata davanti all’Auditorium di ampliarsi a beneficio di questa struttura culturale. Queste semplici particolarità, la cui realizzazione non costa nulla di più del progetto finanziato, offrono una vivibilità diversa dalla genericità indifferente e dalla desolazione.

Ci aspettiamo attenzione e accoglimento.

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